24/12/2000

Introduzione

1° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch


"...In quell'Impero, l'Arte della Cartografia raggiunse tale Perfezione che la Mappa d'una sola Provincia occupava tutta una città, e la Mappa dell'Impero tutta una provincia. Col tempo, codeste Mappe Smisurate non soddisfecero e i Collegi dei Cartografi eressero una mappa dell'Impero, che uguagliava in grandezza l'Impero e coincideva puntualmente con esso. Meno dedite allo Studio della Cartografia, le Generazioni Successive compresero che quella vasta Mappa era Inutile e non senza Empietà la abbandonarono alle inclemenze del Sole e degl'Inverni."
(Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares, "Cronache di Bustos Domecq")

Sono ben pochi coloro i quali, da bambini, sono rimasti insensibili al fascino esercitato dalle carte geografiche. In un Atlante si possono rintracciare le regioni abitate dai pirati di Salgari, insieme a quelle attraversate da Phileas Fogg nel suo giro del mondo in ottanta giorni e a quelle sorvolate in mongolfiera da Tom Sawyer e Huckleberry Finn. D'altra parte, questa attrazione verso le mappe non colpisce esclusivamente i bambini, ma ha spesso stimolato la fantasia e l'immaginazione di grandi scrittori e drammaturghi, attirati sia dalla capacità di ogni carta di richiamare alla mente luoghi lontani ed esotici, sia dai non ovvi concetti che stanno alla base della sua realizzazione, come nel caso del citato brano di Jorge Luis Borges.
La carta, insomma, fa ormai parte della nostra cultura in molti modi, oltre che come strumento di orientamento e di conoscenza geografica. Eppure, non sempre è stato così. Nel I capitolo risaliremo infatti alle più antiche rappresentazioni del mondo che ci sono pervenute, dai Babilonesi ai Romani, per scoprire che nel mondo classico, ed in particolare per i Greci, la mappa era considerata come una sorta di 'giocattolo scientifico', che non poteva in alcun modo costituire una fonte di sapere geografico. Gli stessi Romani non sembravano particolarmente interessati alla forma e alla disposizione delle terre conosciute, quanto alla distanza tra i luoghi principali dell'Impero, misurata lungo l'imponente rete stradale da essi realizzata.
L'esame dei reperti a noi pervenuti ci spingerà quindi a considerare con attenzione la diversa funzione per la quale ogni mappa veniva presumibilmente realizzata. A questo scopo, verranno esposte alcune riflessioni relative ai legami sussistenti tra la nostra conoscenza, che è conoscenza di fenomeni, e le rappresentazioni che di essa costruiamo nel momento in cui la dobbiamo trasmettere, o semplicemente memorizzare. La dimostrazione di un teorema enunciato dal matematico e logico Georg Cantor ci aiuterà ad evidenziare il carattere simbolico di una qualsiasi rappresentazione, ed in particolare per quanto riguarda quelle mappe medievali chiamate schemi OT. A questo proposito, verranno proposte alcune possibili spiegazioni del fatto che nel Medioevo le carte geografiche non godessero di particolare attenzione, e che ad esse venissero preferite le lunghe descrizioni testuali redatte da viaggiatori e monaci.
Parallelamente alla descrizione dei più importanti esempi di schemi OT medievali, si cercherà di mostrare l'infondatezza della diffusa convinzione che le opere cartografiche del Medioevo costituiscano un passo indietro rispetto alla raffinatezza formale raggiunta dai Greci. Tale tentativo sarà basato proprio sulla funzione che tali rappresentazioni cartografiche rivestivano all'epoca della loro realizzazione, funzione alla quale continuano tuttora ad adempiere mirabilmente. Lo studio dei portolani e delle carte nautiche medievali, affrontato nel IV capitolo, risulterà molto utile allo scopo di ribadire questo concetto. L'esistenza di tali documenti, coevi degli schemi OT, ma caratterizzati da grande precisione nella rappresentazione del bacino del Mediterraneo, dimostra infatti che la schematicità delle mappe precedentemente esaminate non è imputabile ad imperizia tecnica o disinteresse scientifico dei loro realizzatori, ma vada piuttosto intesa come strumentale ad un utilizzazione ben diversa da quella, eminentemente pratica, prevista per le carte nautiche.
Il ritrovamento della Geographia di Tolomeo costituisce un importante elemento di discontinuità nella storia della cartografia. I tre procedimenti ideati dal grande astronomo e matematico per rappresentare l'ecumene sul piano verranno riportati in modo particolareggiato, anche per sottolineare il fatto che, a differenza di quanto affermato da alcuni studiosi, non si tratta di proiezioni coniche.
Oltre che dal punto di vista della storia della stampa, le numerose pubblicazioni successive della Geographia rivestono grande interesse in quanto ospitano gli emendamenti di quelli che risultarono via via essere gli errori e le omissioni più evidenti compiuti da Tolomeo, dall’errata considerazione dell’Oceano Indiano come un mare chiuso, fino alla 'invenzione' della Terra Australis Incognita. Ci si soffermerà sui nuovi problemi, non solo cartografici, generati dall'imprevista scoperta di un quarto continente tra l'Europa e l'Asia, e verranno esaminate in particolare le opere di Ortelius, Waldseemuller e Mercatore. Per meglio comprendere le innovazioni apportate da quest'ultimo, il VII capitolo sarà interamente dedicato all'esposizione dei più importanti metodi di proiezione cartografica esistenti.
Tra il XIV e il XV secolo, l'uso delle carte geografiche ebbe una enorme e relativamente improvvisa diffusione, causata da un gran numero di fattori. Oltre alla riscoperta della Geographia di Tolomeo, a quel periodo risale lo sviluppo della trigonometria sferica, nonché delle metodologie di misurazione di longitudine e latitudine. L'uso della bussola diviene una pratica comune, offrendo un notevole contributo alla precisione delle mappe. Le numerose nuove scoperte geografiche obbligano i cartografi a continui aggiornamenti delle carte esistenti, il cui tempo di invecchiamento si accorcia sempre più. Un fattore decisivo, a cui verrà dato un rilievo particolare, è l'invenzione di nuove tecniche di stampa di immagini, di cui si sottolineerà la peculiare importanza, spesso poco considerata rispetto alla più nota invenzione della stampa a caratteri mobili.
La storia della cartografazione dell'Oceania, unico continente immaginato secoli prima della sua effettiva scoperta, concluderà l'epoca dei grandi mutamenti nei planisferi, e ci condurrà verso i sistemi di cartografazione più recenti. Dai database geografici alle fotografie satellitari, questi nuovi metodi comportano nuovi generi di problemi, oltre a proporre, a volte, false soluzioni per quelli che già assillavano i seguaci di Tolomeo. A questo proposito, verranno dati alcuni cenni sull'uso 'politico' che è stato e viene tuttora fatto di diversi tipi di proiezione cartografica, proiezione che resta tuttora necessaria a causa dell'insolubilità del problema della rappresentazione della sfera (o del geoide) sul piano.
La diffusa convinzione che le carte contemporanee rappresentino il mondo così come è in realtà, nonché la critica rivolta da alcuni studiosi alle mappe medievali, 'colpevoli' di essersi allontanate dalla realtà così mirabilmente descritta dai Greci, renderanno necessarie alcune riflessioni sul concetto stesso di realtà, e sul rapporto tra la realtà stessa e l'immagine che di essa ci siamo di volta in volta costruiti, in special modo tramite quella particolare rappresentazione costituita dalla carta geografica.
Queste riflessioni, unite a tutte le altre considerazioni disseminate lungo le pagine di questo lavoro, rafforzeranno la convinzione che lo studio della cartografia e dei suoi problemi non possa essere patrimonio dei soli geografi e storici dell'arte, ma debba riguardare in prima persona chi si occupa di filosofia, perché, come afferma Ludovico Geymonat,

"... essa [la filosofia] proverà il massimo interesse per tali problemi, poiché le soluzioni ad essi fornite nel corso dei secoli riflettono direttamente - direi graficamente - le concezioni che gli uomini, anzi, i popoli, ebbero di sé e del mondo in cui vivevano".*

Infine, il capitolo conclusivo cercherà di evidenziare, per mezzo di una piccola simulazione, la quantità e la qualità di informazioni, relative alla cultura di chi ha realizzato una carta geografica, che sono ricavabili direttamente dal semplice esame della carta stessa. Si immaginerà una situazione in cui l'unico reperto disponibile della nostra civiltà sia costituito dalle più importanti carte geografiche realizzate dall'uomo nel corso dei secoli, ovvero le carte di cui si sarà parlato nel presente lavoro. Si cercherà quindi di ricostruire i tratti salienti delle culture che le hanno realizzate ignorando, nella finzione e per quanto sarà possibile, ciò che sappiamo dei Greci, dei Romani, del Medioevo, del Rinascimento, cercando così di mettere in luce anche quegli aspetti che l'analisi che sarà compiuta nel resto di questo lavoro potrebbe non evidenziare.
_____________________________________
* Ludovico Geymonat, Perché un filosofo della scienza si interessa di cartografia, in Imago et mensura mundi: atti del IX congresso internazionale di storia della cartografia, Istituto della Enciclopedia Treccani, Roma, 1985, p. 9.

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24/12/2000

Alle origini della cartografia

2° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

Conoscenza, rappresentazione, simbolo, immaginazione

3° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

Mappae Mundi e schemi OT

4° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

I portolani e le carte nautiche

5° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

L'intrusione di Tolomeo

6° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

Da Tolomeo a Mercatore

7° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

Le principali proiezioni cartografiche

8° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

Verso la modernita'

9° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

Noi e le carte geografiche

10° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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24/12/2000

Alla ricerca delle origini

11° capitolo di "La trasformazione dell'ecumene", tesi di laurea in filosofiaSearch

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