26/02/2011

Smarrimento

racconto, da "Anima umida"Search

Il giorno ha perso ore
mi mancano dall'orologio
e quelle rimaste scorrono in modo strano
Le ore hanno perso minuti
lo sento
ma i minuti superstiti
si fondono con quelli delle ore precedenti
per comporre meno ore
ma interminabili
I minuti hanno perso secondi
incastrati tra i capelli del vento
che me li porta via di nascosto
I secondi hanno perso gli attimi:
io vivo negli attimi
li devo ritrovare
o mi perderò nella sabbia.

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11/02/2011

Nubi

racconto, da "Anima umida"Search

Come si rannuvola in fretta il cielo!
Uno squarcio d'azzurro si può far largo
tra le nubi minacciose
solo a prezzo di sacrifici spesso insostenibili
per venire in un attimo inghiottito
inglobato internato inumato
dalle nuove nuvole che si aggiungono alle vecchie
come se queste non bastassero più
a coprire la luce che preme dall'alto...
Come si rannuvola in fretta il cielo:
e non basta aspettare,
lasciare che il tempo-vento spazzi via le nuvole,
ma si deve soffiare, forte, fortissimo,
e cercare di spingerle via
prima che si sciolgano in grandine
e ci colpiscano alle spalle
coi loro grani pesanti di pianto.
È di nuovo nuvolo:
ho soffiato via le vecchie, che mi seguivano da tempo,
e di nuove ne sono accorse ad oscurare il mio cielo.
Continuo a soffiare, lo farò ancora,
ma è forse inutile:
soffio da solo, e sto crollando,
ormai quasi senza più fiato...

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07/02/2011

E dai!

racconto, da "Anima umida"Search

La mia testa è viva, respira, ascolta il mio corpo,
è vivo, ciò che sento, dei suoni, dei colori...
Chi sono? Chi sono io o chi sono loro?
Io e loro che ci sforziamo di essere noi.
Io e loro che temiamo di essere noi. Tempo. Da perdere. Poco. Tempo. Da godere. Ora? Razionalità! Razionalità! Che diamine! Spontaneità...più difficile.
Eppure...
Lascia volare la fantasia, il piacere non si trova in casa. Liberare io me tu loro. Nodi da sciogliere, non da tagliare.
Posarsi dolcemente sui fiori lasciandosi succhiare da loro il nettare...
Nutrire un fiore: segreto per fiorire. I fiori si nutrono di noi, e noi di loro: non lasciamoci morire di fame e non appassiranno.
La mia testa è viva: evviva. Il mio corpo è vivo, pensa...riflette. Troppo. Riflettere meno, riflettere tutti? Meglio: non si smette di respirare, non si smetta di percorrersi, liberamente, da soli, a coppie, a sciami. Godimento intellettuale, godimento cerebrale, godimento fisico è dire la verità, anche a me, magari. Dire la verità, fare la verità: dire, fare, baciare. Non si rischia nulla, si impara molto, si può vincere tutto. Solo da liberi, però. E niente, e nessuno può imprigionare chi è veramente libero: può solo colorare la sua libertà. E non è poco.
Porto sempre con me le mie matite, e, appena ne ho la possibilità, le uso: anche quando forse ne potrei fare a meno. E questo è il segreto: capire che farne a meno è da pazzi, farne a meno è perdersi il bello, è mangiare senza gustare, vedere senza guardare, sentire senza commuoversi dei sentimenti. Poter fare a meno di baciarsi è il bello del baciarsi, poter fare a meno di guardarsi è ciò che lo rende una scelta così libera, spontanea, inutile...
Evviva l'inutilità! Cercare l'utile è solo utile: godere l'inutile è la vita, se l'inutile è l'emozione di intuirsi qua e là. Emozioni in libertà portano libertà di emozioni: negarci ad esse è negarci a noi stessi, ingrigirci, spegnerci. Afferriamole al volo, invece:
coloriamoci, accendiamoci, viviamoci.

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02/02/2011

Scuro

racconto, da "Anima umida"Search

Una notte qualunque mi avvolge di scuro
di uno scuro che preme sui pori della mia anima,
ormai spalancati ad accogliere la rugiada
che comincia a posarsi copiosa
su anima corpo pensieri emozioni,
ancora provati da strane catene arrugginite.
Lo scuro mi riempie, mi transita, mi campeggia:
lo scuro mi schiaccia.
Ed eccomi scuro: sì, a volte cedo.
Ultimamente spesso, da un po', spero, non più.
Ed eccomi scuro: ma non perché cedo,
non a questo, almeno.
Cedo ad altro: ed è un gran bel cedere.
E una notte qualunque, che mi riempie di scuro,
scaccerà forse le notti qualunque
che ho oscurate da solo
utili a portare la mia zattera al di qua del mare,
del mio mare,
utili per capire che non serve essere impermeabili
utili per sentire che è triste essere impermeabil
utili per cercare di lasciarmi inzuppare,
per essere fradicio, fino all'osso.
Gli ombrelli seccano le anime:
meglio chiuderli, ogni tanto.
E' strano:
a volte, non si lasciano chiudere facilmente.
Per questo a volte vincono loro.
Ora ho preso un bel vantaggio
li chiudo in anticipo
e le notti qualunque, miei scuri sacchi a pelo
riescono a scaldarmi proprio con la loro oscurità.
I pori traspirano, l'anima è umida
e di notte si mischia con l'umido dell'aria
che la rende un po' febbricitante.
Niente di grave, tutto di buono.
E' una febbre speciale,
come l'umido che la porta,
come lo scuro che mi veste, ora, le sensazioni.
Resta, scuro, torna pure a trovarmi
rimani, febbre, a scaldarmi l'anima;
e una notte qualunque può servire a distinguer se stessa da altre notti,
altrettanto qualunque, ma altrimenti scure
altrettanto lunghe, ma con altri pensieri.
E se questo scuro preme sui pori della mia anima,
e se mi schiaccia, se mi fa con sé scuro,
trovandomi un po' così, permeabile,
io cedo volentieri
sopporterò il suo peso passeggero
mi lascerò addormentare dolcemente da quest'ultimo pensiero che mi culla:
è passato un solo giorno senza voci.
E' bello accorgermi che già mi manchi.

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Elephantom

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